Sfoghi e considerazioni compromettenti. Ecco cosa emerge dalle chat degli esperti e dei politici riguardo al Covid.
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulle responsabilità del Covid, tra gli atti emergono anche le chat tra gli esperti. Rivelazioni pesanti e sfoghi compromettenti come il messaggio di Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità: «Il tema è che tutti pensano che il test serva a qualcosa». Un messaggio che risale al 22 febbraio 2020, dopo il caso del Paziente 1. In quel periodo c’era il consiglio di procedere con tamponi a tappeto per tracciare i portatori sani dalla Cina rimasti undetected.
Crisanti applicò questa strategia dei tamponi a Vo’ Euganeo mentre il presidente dell’Iss non seguì perché convinto che non servisse a nulla. «Noi siamo preparati. Qui il problema adesso è l’iperafflusso: in un paio di ore abbiamo già un centinaio di richieste di test. Rischiamo di saturare i sistemi di accoglienza e quelli di diagnosi», replica il direttore del dipartimento di medicina di laboratorio di Udine Curcio. A questo punto Brusaferro dice che i test non servono a nulla e Curcio risponde: «Ma poi così con questi numeri adesso, senza una vera emergenza non oso pensare alle richieste che faranno quando avremo i primo casi. Facciamo presto a rimanere senza materiali».
I dubbi sull’utilità dei tamponi
La linea di Brusaferro di fare tamponi solo a chi presentava sintomi influenzali o di stress respiratorio fu condivisa anche dal presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli che, secondo la relazione dell’inchiesta, «evidenziava l’inutilità di sottoporre a tampone le persone asintomatiche e il Ministero faceva propria questa indicazione. Nonostante il 25 febbraio 2020, i tecnici, tra cui lo stesso Brusaferro, avevano ricevuto una mail da Londra sul problema degli asintomatici».
Stando ai documenti degli inquirenti, non si proseguì con un piano di tamponi massicci perché nessuno, dal Ministero al Cts aveva previsto lo stoccaggio di tamponi. Nel marzo 2020 c’è un’altra conversazione tra Brusaferro e il numero due dell’Oms. «Fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo» diceva il presidente dell’Iss. «Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti. E ha convenuto, spero…» rispose Ranieri Guerra.
Confusione e cattiva gestione da parte degli esperti
Tra le chat dell’inchiesta non emergono solo quelle dei tecnici ma anche dei politici tra cui quelle del braccio destro dell’ex ministro della salute Speranza, Zaccardi che scrisse a Bersani. «Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Questo non ci avrebbe messo totalmente al riparo dal virus, ma dalle responsabilità sì. E i voli erano molto più controllabili».
Sono tante le chat di quel periodo prese dagli smartphone degli indagati e analizzate dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bergamo. Quello che ne emerge è una grande confusione sulla gestione e un’impreparazione di fondo da parte degli esperti di arginare la pandemia dilagante nel nostro paese dalla Lombardia in poi.
Ruocco, segretario generale del ministero della salute, era consapevole che ci sarebbero state inchieste su tutto ma «Sulle scelte non si può sindacare. Devono arrestare prima i ministri e lo staff di 190 Paesi che hanno fatto meno di noi. Gli altri non hanno isolato nessuno» aveva scritto ad una funzionaria.